INDAGINE ELETTROMAGNETICA PER L’ARCHEOLOGIA
Il metodo elettromagnetico per induzione in dominio di frequenza consente di eseguire indagini non invasive di estremo dettaglio del sottosuolo. Tale tecnica permette di ottenere ottimi risultati in termini di potere risolvente spaziale e di velocità di esecuzione delle misure.
La strumentazione elettromagnetica comprende coppie di bobine; in ogni coppia si distinguono una bobina primaria ed una secondaria.
La prospezione elettromagnetica consiste nel generare, in ogni stazione di misura, un campo elettromagnetico primario, per mezzo della bobina primaria, e nel registrare, con la bobina secondaria, la risposta del campo magnetico secondario indotto nel terreno nelle due sue componenti in fase e in quadratura.
La componente in quadratura è proporzionale allo sfasamento tra il campo primario e quello secondario indotto.
Trattandosi di strumentazione che opera in regime di “basso numero d’induzione”, la medesima componente in quadratura è proporzionale alla conducibilità/resistività elettrica del volume di suolo sottostante le due bobine per la parte soggetta ad induzione.
La componente orizzontale in fase (rispetto all’onda EM trasmessa) è maggiormente legata alla suscettività magnetica nel sottosuolo, quindi sensibile alle presenze metalliche (materiali metallici, tubazioni, fusti, serbatoi, ecc..) e ad anomalie che amplificano notevolmente la risposta del sottosuolo anche in termini dielettrici, ovvero indice di materiali quasi isolanti (che attenuano in modo anomalo il campo elettromagnetico).
La strumentazione utilizzata dal personale SO.IN.G Strutture & Ambiente, portatile e leggera, è costituita da un elettromagnetometro a dipoli multipli, di produzione UE (Unione Europea, CMD – MultiExplorer – GF Instruments) in grado di operare a basso numero d’induzione, cioè produrre misure della componente in quadratura direttamente traducibili in valori di conducibilità ovvero resistività elettrica apparente dei terreni investigati su tre livelli di profondità differenti (-0,5 m; -1 m; -2 m). I rilievi realizzati fruttando il fenomeno dell’induzione elettromagnetica sono considerati non invasivi in quanto non necessitano di contatti con il terreno.
Obiettivo:
Lo scopo della prospezione geofisica con impiego della metodologia elettromagnetica in dominio di frequenza (FDEM) è quello di accertare, nei limiti del metodo, la presenza di anomalie elettromagnetiche (rispetto alla normale risposta del sottosuolo) eventualmente associabili a possibili interferenze interrate (siano esse lineari, come sottoservizi, sia di altra configurazione geometrica quali fusti, serbatoi, ecc..).
In campo archeologico le prospezioni elettromagnetiche risultano particolarmente efficaci nell’identificazione di eventuali strutture antropiche, interpretabili in funzione di informazioni, reperite in sito dal nostro personale tecnico o fornite da terzi, o a mezzo di verifiche tramite saggi.
Campi di applicazione:
- Ricerca delle porzioni di sottosuolo contaminate per la bonifica di siti inquinati
- Ricerca di masse metalliche sepolte
- Ricerca di strutture interrate in campo archeologico